La notifica delle cartelle esattoriali tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) è ormai una pratica comune, ma un recente pronunciamento della Corte di Giustizia Tributaria di Milano ha messo in discussione la validità di queste notifiche se inviate da indirizzi PEC non presenti nei registri pubblici. Secondo i giudici, la notifica proveniente da un indirizzo PEC diverso da quelli indicati nel registro pubblico è da considerarsi giuridicamente inesistente, ponendo l’accento sull’importanza di seguire le normative riguardanti le comunicazioni telematiche. In particolare, l’articolo 3-bis della legge 53/1994 stabilisce che la notifica deve avvenire tramite un indirizzo PEC ufficialmente registrato, per garantire la trasparenza e la tracciabilità della comunicazione, come sottolineato in un articolo del Sole 24 Ore.
Per comprendere meglio, prendiamo un esempio pratico. Immagina di ricevere una cartella esattoriale via PEC, ma l’indirizzo da cui proviene non è presente nei registri pubblici ufficiali. In un caso analizzato dai giudici di Milano, la persona ricorrente ha contestato la provenienza della cartella da un indirizzo PEC non registrato ufficialmente. L’Agenzia di Riscossione ha difeso la validità della notifica, argomentando che la ricezione della PEC fosse stata certificata e che non ci fosse stato pregiudizio per il contribuente. Tuttavia, i giudici hanno annullato la notifica, ritenendola non conforme alle disposizioni di legge.
Questo orientamento si pone in contrasto con quello della Corte di Cassazione, che, con alcune sentenze recenti, ha stabilito che una notifica PEC proveniente da un indirizzo non presente nei registri pubblici non inficia automaticamente la validità dell’atto. Secondo la Cassazione, il contribuente dovrebbe dimostrare che la notifica gli abbia causato un danno sostanziale, ad esempio, non aprendo la PEC per paura che fosse un messaggio di phishing. La decisione della Corte di Milano, quindi, riaccende il dibattito sulla necessità di garantire maggiore trasparenza e certezza nelle comunicazioni ufficiali. La questione rimane aperta, e potrebbe avere implicazioni importanti per le future notifiche fiscali.
In questo scenario, è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto per comprendere i propri diritti e proteggersi da potenziali vizi nelle notifiche ricevute.
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